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Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello

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Il fu mattia pascal è uno dei libri più importanti scritti da Luigi Pirandello. Il Signor Pascal era un uomo che viaggiava e che seppe arricchirsi giocando a carte con un capitano di Liverpool. Con quanto accumulato riuscì ad acquistare campi, case e vigne a Miragno, paesino ligure in cui viveva. Morì durante un viaggio, lasciando tutto alla moglie e ai due figli. La madre, inetta all’ amministrazione di un così vasto capitale, decise di affidare l’ incarico a Batta Malagna, amico del defunto marito. Questi ne approfittò in ogni modo, impoverendo la famiglia a suo vantaggio. I due figli, Mattia e Roberto, crebbero in serenità,liberi da ogni condizionamento morale, religioso ed anche scolastico. Pinzone, l’ insegnante, pensò infatti a divertirsi con loro, piuttosto che seguirne l’ erudizione. Mattia crebbe, sviluppando un carattere impulsivo, allegro e soprattutto spensierato. Malagna non riuscì ad avere figli dalla prima moglie malata e ne soffrì moltissimo, perché la sorte della donna gli sembrò un castigo per le sue passate ruberie. Dopo la morte della consorte decise di risposarsi con Oliva, che era in attesa di un figlio di Mattia e così rovinò l’amore dei due giovani. Malagna, accettando come proprio il figlio di Mattia, riuscì ad avere un nuovo erede. Una parente di Malagna,la vedova Pescatore con l’affascinante figlia Romilda, si trasferirono da Batta. Pomino, amico di Mattia,innamoratosi della donna, chiese a quest’ultimo di avvicinarla a lui. Fra Mattia e Romilda, però, nacque involontariamente un forte amore che condussse i due alle nozze, nonostante il parere contrario della vedova. La vita del giovane Pascal da quel momento diventò un inferno;egli perse infatti ogni ultima ricchezza e sua moglie cominciò a non amarlo più, lasciandosi andare e diventando sempre più brutta. Mattia fu anche investito da una serie di devastanti disgrazie: i due figli messi al mondo morirono uno dopo l’ altro; la madre, che zia Scolastica era riuscita ad allontanare dalla vedova Pescatore, perfida seminatrice di zizzania , non riuscì a resistere e morì di lí a poco, lasciando devastato il povero Mattia. Il piccolo Pascal decise di cercar lavoro e divenne bibliotecario dell’ abbandonata biblioteca di Miragno. Il lavoro consisteva soltanto nel cacciare topi ed era estremamente noioso e insolito, quindi Pascal] partì all’ insaputa di tutti per Montecarlo. Lì in una decina di giorni riuscì a far fortuna, vincendo ottantaduemila lire, un vero capitale per quei tempi, che gli avrebbe permesso di risanare ogni debito. Ma gli si presentò un’occasione, all’ apparenza irripetibile e alquanto ghiotta, un modo sicuro di cambiare vita, lasciandosi tutto alle spalle: su un giornale lesse la notizia della sua morte,infatti la moglie e la suocera avevano identificato in Mattia il cadavere di un povero ragazzo annegato vicino al molino alla Stia (vecchia proprietà dei Pascal e luogo del suicidio). Dopo aver letto la notizia, Pascal vide levarsi davanti a sé una nuova vita, foriera di libertà. Decise allora di non commettere gli errori della vita precedente e di vivere senza legami. Cambiò aspetto: si tolse la fede nuziale, eliminò la barba, si fece crescere i capelli ed optò per un paio di occhiali colorati, con lo scopo di nascondere l’ occhio storto. Fu necessario anche cambiare nome, che ricavò da un dialogo svoltosi fra signori vicini a lui:unì il nome di una persona ed il cognome di un’ altra ed ebbe l’identità perfetta, Adriano Meis. S’inventò poi di essere emigrato dall’America, quando era ancora piccolo, insieme al nonno, che morì quando egli aveva dodici anni. Così Mattia era morto ed egli poteva cominciare la sua seconda vita. I viaggi di Mattia si alternarono fra visite a città italiane e tedesche.Ma presto si accorse che la sua libertà era solo frutto di un errore, che lo aveva reso un uomo sconosciuto tanto alla legge quanto alle altre persone. Finse così un suicidio e, lasciati bastone e cappello vicino a un ponte sul Tevere, ritornò a Miragno come Mattia Pascal. Trascorsero due anni, Mattia arrivò al paese e venne a sapere che la moglie si era risposata con Pomino ed aveva avuto una bambina.A questo punto si ritirò dalla vita e trascorse le sue giornate nella biblioteca polverosa, dove aveva già lavorato, scrisse la sua storia e ogni tanto si recò al cimitero per portare sulla sua tomba una corona di fiori.

Fonte: http://it.wikibooks.org

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